giovedì 15 dicembre 2011

Il Mulino del cinema

Tra gennaio ed aprile si svolgerà la II edizione de “Il mulino del cinema”, rassegna di proiezione ed incontri con registi, sceneggiatori ed esperti del settore a cura di Marialaura Simeone e Paolo Speranza, promossa dal periodico di cultura cinematografica “Quaderni di Cinema Sud” e dalla Solot-Compagnia di Teatro Stabile di Benevento, in collaborazione con il Cinema Massimo.

Gli incontri si svolgeranno tra il Mulino Pacifico ed il Cinema Massimo, ad ogni artista sarà dedicata una serata con la proiezione dell'ultimo film o documentario e una discussione coordinata dai curatori e da esperti del mondo del cinema.

In programma:
Mimmo Calopresti (La maglietta rossa) 14 gennaio
Giovanna Taviani (Fughe e approdi) 18 febbraio
Pippo Mezzapesa (Il paese delle spose infelici) 1 marzo
Francesco Bruni (Scialla!) 12 aprile

Interverranno Leonardo Lardieri, Michele Moccia, Michele Salvezza, Umberto Rinaldi.

Una preziosa occasione di riflessione sul cinema nostrano grazie al contatto diretto con i suoi protagonisti.








martedì 22 novembre 2011

Dalla letteratura al cinema. Colazione da Tiffany

Dopo l’uscita nelle sale cinematografiche per l’anniversario del film, lo riproponiamo nella rassegna “Dalla letteratura al cinema” Pietrelcina (Bn), venerdì 25 novembre.

Colazione da Tiffany (1961) di Blake Edwards tratto dall'omonimo romanzo di Truman Capote (1958). Il passaggio dal testo al film rivela aspetti interessanti che non riguardano soltanto la letteratura o il cinema ma la stessa società americana. Il libro affronta in maniera più esplicita temi scabrosi (per l'epoca) quali l'omosessualità e la libertà dei costumi, specie femminili delineando una figura che suscita simpatia ma nello stesso tempo compassione. Il film riadatta il tema in maniera più leggera, elimina del tutto la supposta bisessualità della protagonista così come la gravidanza indesiderata. Il personaggio di Holly Golightly è raccontato in maniera del tutto positiva: una donna solo apparantemente leggera, pronta a ritornare nei ranghi una volta scoperto l'amore. Così se la commedia americana degli anni '30 e '40 aveva raccontato la new woman della società americana, più emancipata e indipendente che sceglieva consapevolmente il compagno con cui passare la vita, Holly che ne è la diretta erede, sembra in parte ritornare al clichè della donna in fondo rassicurante che dopo un percorso di individualità in cui scopre se stessa e il mondo, può costruire uno spazio 'normale' in cui stabilirsi definitivamente e 'appartenere a qualcuno'. Sembra che Edwards colga dei fermo immagine dal libro e li sviluppi in scene e sequenze: Holly che canta sulla finestra mentre si asciuga i capelli, il regalo di Tiffany di Paul, la notizia della morte del fratello, il party, il vicino di casa che deve ogni volta aprirle il portone e così via...Fin dalla prima scena la protagonista mostra il suo essere anticonvenzionale, siamo all'alba in una città semideserta e in abito da sera Holly fa colazione davanti la vetrina di Tiffany, che rappresenta il mondo perfetto sognato dalla protagonista, scalfito dalla guerra e dalle convenzioni sociali nel romanzo, allegramente possibile nel film.


domenica 6 novembre 2011

Dalla letteratura al cinema 2001 Odissea nello spazio

Venerdì 11 novembre presso la scuola elementare di Pietrelcina alle 17.00 è prevista la proiezione di 2001 Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick.

Il film di fantascienza più noto di tutti i tempi è tratto da un racconto di Arthur C. Clarke, La sentinella (1948) ma lo stesso autore dopo il film scrisse un nuovo racconto intitolato 2001 Odissea nello spazio. Kubrick per i suoi film si è ogni volta ispirato alla letteratura, sperimentando generi diversi (trhiller, storico in costume, socio-politico, di guerra) e lavorando ogni volta sulla ricostruzione di ambienti e tempi in maniera certosina e innovando e arricchendo ogni genere filmico con cui si è misurato. Il senso estetico dei suoi film è il risultato di un lavoro di integrazione fra diversi canali comunicativi: il contesto reale delle sue storie è infatti un tessuto d'immagine e musica, elemento fondamentale per veicolare emozioni nello spettatore. Anche in 2001 Odissea nello spazio riproduce con fedeltà l'ambiente spaziale: tutti gli avvenimenti in ambienti senz'aria si svolgono in silenzio o con un valzer di Strauss come puro riempimento del silenzio, l'astronave ha una gravità artificiale per rotazione che è correttamente rappresentata, i movimenti in assenza di gravità sono lenti come dovrebbero essere. Noto per le innovazioni tecniche all'interno della storia del cinema, dai suoi film si evince una cura ossessiva per i particolari dell'immagine, per la prospettiva e l'illuminazione, per la posizione degli attori e degli oggetti di scena, tanto che ogni suo film è studiabile in ogni fotogramma come "album di inquadrature".È interessante questa trasposizione all'interno della nostra rassegna per il modo in cui il testo letterario viene trasformato in testo visivo. Lo stesso Kubrick a proposito del film così si era espresso:

«Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film, io ho tentato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio».

martedì 25 ottobre 2011

Dalla letteratura al cinema

Per la rassegna dalla letteratura al cinema, venerdì 28 ottobre presso la scuola elementare di Pietrelcina proietteremo Ogni cosa è illuminata di Liev Schreiber (2005)
Est/Ovest – il road-movie – la shoah – la memoria – la Storia. Sembrerebbe troppo facile scadere nei clichè eppure “Ogni cosa è illuminata” riesce con eleganza a raccontare la storia del viaggio che porta il protagonista dall'America all'Ucraina sulle tracce della donna che salvò suo nonno durante la II guerra mondiale. Ad accompagnarlo attraverso il Paese c'è Alex, un giovane tanto diverso quanto simile a Jonathan, e suo nonno. Il romanzo d'origine è dell'allora esordiente Jonathan Safran Foer e la storia raccontata è in parte la sua, il libro è infatti il frutto del viaggio che nel '99 Foer compì per scoprire le sue origini. Il libro è faticoso, tradotto in italiano alla maniera di uno straniero che si esprime come può, con piani temporali distanti accostati l'uno all'altro senza una costruzione narrativa che ne giustifichi del tutto il senso. Il lettore non si appassiona, si annoia. Nel film, invece, attraverso il ricordo, il flash back, passato e presente si compenetrano; i registri diversi alleggeriscono il tema come qua e là il motivetto folk o classico serve a rallegrare o commuovere. L'esordiente Schreiber sa dosare ed equilibrare tempi e modi del racconto e la fotografia di Mattew Libatique (Il cigno nero, Requiem for a dream), come al solito eccellente dà molto al film.
Attraverso una metafora fin troppo chiara, che continuamente mostra la dialettica tra luce-oscurità ed il contrasto tra vista e cecità, il film invita a guardare veramente le cose, a guardare il presente attraverso il passato. Il leit-motiv della trama è appunto la necessità di non dimenticare e il protagonista Jonathan si fa in un certo senso simbolo della cultura ebraica, in un viaggio che è naturalmente scoperta di sé e dell’Altro.

domenica 23 ottobre 2011

1927. Nasce il cinema sonoro

venerdì 21 ottobre 2011

Der Letze Mann. 1924

mercoledì 19 ottobre 2011

Meshes of the afternoon. Maya Deren

Un jour Pina m’a demande. Chantal Akerman

Ascensore per il patibolo. Louis Malle

martedì 18 ottobre 2011

Max Reinhardt, A Midsummer Night's Dream. Premio Oscar 1936

Estratti di Phantom (Murnau) 1922

lunedì 17 ottobre 2011

Schatten. 1923

Trasposizioni. Madame Bovary

Il testo di partenza è solo una minima parte del film, è la regia a fare l’adattamento. Ecco un esempio di come il romanzo di Gustave Falubert del 1856 giunga ad avere esiti diversissimi: da Jean Renoir che ne fa un’ottima ricostruzione d’epoca a Vincente Minnelli che incornicia il romanzo nella storia del processo a Flaubert, dal (per fortuna) dimenticato Schott-Schobinger che ne fa un filmaccio soft-porno al superbo Sokurov che gira una tragedia filosofica sul dramma dell’amore a Chabrol che ne mantiene intatta la bellezza figurativa.









domenica 16 ottobre 2011

Sicilia! Straub-Huillet

Visioni

To be or not to be

Il teatro si rivela l’ancora di salvezza nella commedia di Lubitsch sul nazismo del 1942. Le riflessioni sulla storia lasciano il campo alle riflessioni sullo spazio teatrale.


mercoledì 12 ottobre 2011

Teatro e cinema. L’ultimo metrò

Il teatro è un luogo di sospensione, sottratto alle regole del quotidiano e dove la finzione e l'artificio, secondo un topos ben codificato, hanno lo scopo, però, di svelare la realtà o di reinterpretarla e riscriverla. Ne L’ultimo metrò il teatro è prima uno spazio utopico al di fuori della storia, e poi il luogo dove prende forma la Resistenza.

1934

Lyda Borrelli - la femme fatale del cinema muto

Il cinematografo dopo i primi passi, saccheggiando tutta l'anticaglia del teatro di prosa, s'impadronì anche dei suoi ruoli antiquati, e si affezionò particolarmente alla “seconda donna”, denominandola “donna fatale” perché si prestava a meraviglia ad appassionare la folla. E ne aggravò i difetti. Le attrici cinematografiche, dal canto loro, calcano ancora più le tinte del personaggio, comportando esso l’esagerazione della femminilità, il fasto delle vesti, l’ostentazione della vanità. Quando sullo schermo si presenta la “donna fatale”, voi la riconoscerete fra cento personaggi, i quali, sol ch'ella si degni di guardarli rimangono fulminati d'amore. Perfino la macchina da presa pare colpita dal suo fascino, tanto s'indugia a presentarcela nei più svariati atteggiamenti. Chi non ricorda quei primi piani in cui gli occhioni a mandorla della diva roteano, si socchiudono, s'illanguidiscono e pare che vogliano calamitarvi il cuore. A.Giovannetti, Figure mute

lunedì 10 ottobre 2011

Dal muto al sonoro

"Ora, dare meccanicamente la parola alla cinematografia non rappresenta mica un rimedio...ogni illusione di realtà sarà perduta:
perché la voce è di un corpo vivo che la emette, e nel film non ci sono i corpi degli attori come a teatro, ma le loro immagini fotografate in movimento;
perché le immagini non parlano: si vedono soltanto; se parlano, la voce viva è in contrasto insanabile con la loro qualità di ombre e turba come una cosa innaturale che scopre e denunzia il meccanismo;
perché le immagini nel film si vedono muovere nei luoghi che il film rappresenta: una casa, un piroscafo, un bosco, una montagna, una vallata, una via, fuori perciò sempre, naturalmente, dalla sala dove il film si è proiettato; mentre la voce suona sempre dentro la sala presente, con un effetto, anche per questo, sgradevolissimo d’irrealtà". L.Pirandello 1929

sabato 8 ottobre 2011

I Taviani andata e ritorno

Giovanna Taviani, figlia di Vittorio, era la bambina che, con la madre e le sorelle, veleggiava verso Malta, per raggiungere il padre in fuga dalle persecuzioni dei Borboni, nel film “Kaos”. La tartana di Figliodoro, un pescatore delle Eolie, sostava per farli riposare a Lipari e permettere ai bambini di scivolare giù dalle bianche discese di pomice. Anni dopo, a capo di una piccola troupe, Giovanna chiede nuovamente a Franco “Figliodoro” di accoglierla sulla stessa barca e di portarla a ripercorrere le soste che la storia del cinema ha fatto alle isole Eolie e le storie, vere, che lì sono accadute, quasi come in un film.
Fughe e Approdi narra perciò della fuga dei cavatori di pomice per difendersi dalla silicosi, ma anche della fuga di Emilio Lussu e Carlo Rosselli dal confino in cui li teneva il regime fascista, dell’approdo degli sposi per conoscere le mogli sposate per procura, di quello dignitoso e disperato di Anna Magnani a Vulcano, per girare con Mieterle, mentre l’uomo della sua vita era nella vicina Stromboli con Ingrid Bergman, dell’approdo e della fuga di Edda Ciano, che durante i giorni del confino visse un tenero amore con un comunista del luogo.
Documentario nel senso puro del termine, fatto di osservazione e di interviste, di paesaggi e di coinvolgimento personale dichiarato ma non insistito, il film si fa vivo e impuro al contatto con gli spezzoni di finzione che lo punteggiano e che sono firmati Rossellini, Antonioni, Taviani, Mieterle, Troisi, Moretti. Non manca, infine, l’omaggio a De Seta e ai film della Panaria, che per primi portarono la macchina da presa sulle isole vulcaniche, e tracciarono –anche a beneficio della Taviani, oggi- il sentiero del documentario in quei luoghi. (Fonte Mymovies.it)



1964

martedì 27 settembre 2011

Dalla letteratura al cinema

Venerdì 14 ottobre per la rassegna “dalla letteratura al cinema” presso la scuola elementare di Pietrelcina (Bn) La sposa in nero (1968) di F.Truffaut tratto dal romanzo omonimo di Cornell Woolrich (altrimenti detto Willian Irish) di cui è bene spendere qualche parola:

Cornell Woolrich alias William Irish nasce nel 1903 a New York. A 22 anni per un'itterizia è talmente disgustato dal suo aspetto fisico che si rifugia in casa del nonno in una campagna isolata. Qui legge tutti i libri della biblioteca di casa ma non gliene piace nessuno e così si mette alla macchina da scrivere e scrive, fondamentalmente per se stesso! Raccontava che sua madre non aveva mai letto un suo romanzo perché diceva che il successivo sarebbe stato migliore e quindi solo quello alla sua altezza. Come sua madre molti non hanno mai letto Woolrich né sentito parlare di lui eppure i suoi ramanzi sono alla base di film molto famosi: La donna fantasma, L'angelo nero, La notte ha mille occhi ma soprattutto La finestra sul cortile di Alfred Hitchcock e La mia droga si chiama julie dello stesso Truffaut (un remake recente è Original sin con Antonio Banderas e Angelina Jolie. Gli elementi che ritornano più costantemente nei romanzi di Woolrich sono: il sogno, la perdita di memoria o di controllo, l'incertezza del passato. Parecchi romanzi hanno la parola nero nel titolo e l'amore spesso presente è assoluto totale esclusivo doloroso. Il protagonista è quasi sempre un individuo testardo idealista ed animato da un'idea fissa.
In questo film Truffaut mette a frutto gli insegnamenti del maestro del brivido, Hitchcock, da lui ammirato e ci da un esempio della differenza tra suspence e sorpresa. Anche la colonna sonora è di Bernard Hermann che collaborava spesso con il Hitchcock.
L’adattamento funziona se il regista è riuscito a fare la stessa cosa o la stessa cosa meglio o un'altra cosa migliore. L'unico tipo di adattamento valido è quello fatto dal regista e qui Truffaut sviluppa una storia attraverso degli indizi (come già aveva fatto altrove) che pian piano si svelano allo spettatore insieme alla storia. Molti elementi concorrono a farne uno splendido film, non ultima l’interpretazione di Jean Moreau.

lunedì 26 settembre 2011

Dalla letteratura al cinema

Il film preso in esame è Senso (1954) di Luchino Visconti. Il film ci interessa da più punti di vista.
Il testo da cui prende spunto è una novella di Camillo Boito, uscita nel 1883. Visconti accentua il rapporto con la storia (la battaglia di Custoza del 1866) e la storia dei due amanti, la contessa veneziana Livia Serpieri e il tenente austriaco Franz Malher (Remigio nella novella) diventa il simbolo del Risorgimento come rivoluzione tradita. Il film si basa sulla riscrittura di materiale letterario, pittorico e musicale ed è qui che risiede il suo valore.


Dalla letteratura al cinema

Per il secondo appuntamento abbiamo preso in esame il film Paradiso Perduto (1998, titolo originale Great expectations) di A. Cuaron.

Siamo di fronte alla trasposizione moderna di un romanzo ottocentensco di Dichens (Grandi Speranze), che cambia quindi alcuni elementi modernizzandoli e immetendo elementi nuovi come il fatto che lui diventi un artista e vada non a Londra ma a New York, vera capitale del '900. Mantiene l'andamento del bildungsroman-romanzo di formazione raccontando la storia di Pip dall'infanzia all'età matura con l'immancabile ingresso nella società che conta. un film che pur andando incontro ai gusti del grande pubblico ha diversi pregi tanto dal punto di vista narrativo che propriamente tecnico (la fotografia e la cura maniacale per alcuni dettagli).

Dalla letteratura al cinema.

Nell’ambito del cineforum di Pietrelcina, il primo appuntamento è stato dedicato a Il conformista di B.Bertolucci

1938. Marcello Clerici ha l'ordine di uccidere il suo professore universitario Quadri, si reca quindi in viaggio di nozze a Parigi dove ora il professore vive. I ricordi dell'infanzia interferiscono con il presente facendo affiorare il vero motivo del desiderio di commettere l'omicidio: il protagonista anela ad una normalità da cui si sente escluso e spera che aderire a pieno al Fascismo gliela potrà restituire. Da bambino aveva, infatti, ucciso un uomo che voleva abusare di lui e aveva cercato per tutta la vita di cancellare la macchia di quella colpa. Sullo sfondo l'Italia dall'epoca fascista alla fine della guerra.
Tratto dall'omonimo romanzo di Moravia (1951) rispecchia il mutamento storico che avviene nei vent'anni che separano il romanzo dal film (1970). Molte le differenze rintracciabili nella trascodificazione a cominciare dall'ordine temporale in cui vengono raccontati gli avvenimenti. La peculiarità del film sta nel fatto che la Storia diventa pura rappresentazione visiva. Bertolucci è riuscito a raccontare magistralmente attraverso le immagini costruendo un film che è il racconto dell'Italia ma anche un racconto universale sull'uomo ma che è soprattutto il Cinema. Durante la presentazione del film ci soffermeremo su alcune scene chiave e analizzeremo il passaggio dal testo letterario al testo filmico.

Il cinema è l’arte di evocare fantasmi

venerdì 5 agosto 2011

Visioni

venerdì 15 luglio 2011

Dreams that money can buy. Experimental film (1947)

Episodi:

Desire - Max Ernst
The Girl with the Prefabricated Heart - Fernand Leger
Ruth, Roses and Revolvers - Man Ray
Discs - Marcel Duchamp
Ballet - Alexander Calder
Circus - Alexander Calder
Narcissus - Hans Richter

Music - Paul Bowles, John Latouche, Darius Milhaud, John Cage, David Diamond, Louis Applebaum

mercoledì 13 luglio 2011

1928

Sperimentazioni 1928

domenica 12 giugno 2011

Laboratorio di cinema al Liceo classico di Benevento

Di seguito il backstage del cortometraggio e la sintesi del progetto. Il corso si è mosso su due piani: uno teorico e uno pratico. Il testo di riferimento l’Odissea di Omero. Perché l'Odissea? È il poema della curiositas, della conoscenza, cosa può esserci di più adatto per un giovane di 14 anni che si appresta a scoprire il mondo? E poi al di là della centralità che il testo omerico svolge nella civiltà occidentale e quindi specificatamente nel cursus studiorum dei ragazzi del liceo classico, l'Odissea ha un carattere di per sé cinematografico. Qualcuno ha detto che Shakespeare scriveva per il cinema anche se non lo sapeva...potremmo dire lo stesso di Omero. La sua scrittura si muove attraverso il montaggio alternato, Ulisse racconta le sue avventure tramite l'espediente del flash-back. Ecco che letteratura e cinema si incontrano e si confrontano. All’analisi del linguaggio lettarario dell’opera fonte è seguita l’analisi del linguaggio filmico. I film scelti da cui sono stati estrapolati degli spezzoni sono stati tanto le riduzione e gli adattamenti dell'Odissea (Ulisse di Mario Camerini, Le avventure di Ulisse di Franco Rossi e Mario Bava, L'Odissea di Andrej Konchalovski; Il disprezzo di Jean-Luc Godard, Lo sguardo di Ulisse di Theo Anghelopulos) quanto film più vicini alla loro sensibilità e ai loro gusti. In questo modo è stato analizzato il linguaggio cinematografico in tutti i suoi aspetti: l'inquadratura, i piani, le sequenze, la colonna sonora, il montaggio... La sceneggiatura è nata a poco poco da un esercizio: sono stati visionati tre episodi dalle riduzioni dell'Odissea. La classe ha potuto costatare come uno stesso episodio, uno stesso personaggio possa essere rappresentato in maniera diversa considerando anche il tempo in cui questo viene messo in scena. Tenendo, allora, presente la tradizione novecentesca dell'anti-eroe che ha capovolto il significato della figura di Ulisse se non direttamente parodizzato o ridicolizzato (da Joyce a Gozzano a Benni), la classe ha scelto di raccontare la storia di Ulisse attraverso una parodia e immetendo elementi contemporanei nella narrazione. Dal testo, da come Omero ha raccontato storie, ambienti, personaggi, sentimenti degli eroi e si è passati a come raccontare oggi. Il testo classico ha una prima traduzione in un linguaggio moderno (c'è non a caso all'interno del cortometraggio una scena in cui un personaggio parla con un linguaggio aulico, simile alla traduzione italiana del testo originale e un altro traduce quelle stesse parole in sleng giovanile). Si passa poi alla vera e propria trascodificazione, dal testo scritto al testo visivo. In questo modo hanno potuto costatare le possibilità del mezzo cinematografico di tradurre un testo letterario. E così è venuta fuori la sceneggiatura, che ha usato la traduzione anche in un altro senso: dal mondo classico al loro mondo. Ulisse e i suoi compagni arrivano su un furgone hippy, le sue peregrinazioni non hanno l'effetto sperato, i ruoli sono invertiti, le Sirene lo mandano via, Circe sfrutta la sua prestanza fisica solo per farsi fare dei lavoretti in casa, Penelope non tesse una tela ma gioca ad un videogioco ed ogni notte resetta il file. Ecco che il mondo contemporaneo, il loro mondo giovanile si inserisce nelle maglie della narrazione classica. Dunque, è il cinema una traduzione vera e propria da un codice, da un linguaggio ad altri. Fa da contrappunto la voce fuori campo che con solennità racconta le vicende con le parole di Omero. A significare l'universalità del messaggio di Omero, la possibilità di coglierne ancora valori guida come metaforicamente esprime il finale del corto con Ulisse che torna dall'amata e fedele Penelope. Pur nella forma della parodia, il cortometraggio nasconde significati profondi tenendo presenti anche modelli alti quali l'Ulisse di Joyce o quello di Gozzano, in cui l'antieroe moderno fa i conti con una quotidianità ben divera dalle gesta eroiche della civiltà classica. E se delle gesta omeriche resta solo l'eco di una canzone di David Bowie (“Heroes”), è pur vero che il ritornello della stessa recita che “possiamo essere tutti eroi per un giorno”...il testo classico può indicarci una strada da seguire ma questa la percorriamo con il linguaggio (o meglio i linguaggi) di oggi. Il loro mondo quotidiano è entrato a far parte della rappresentazione classica, capovolgendo alcuni episodi chiave del viaggio di Ulisse. Ma il testo omerico resta, in tutta la sua solennità, come voce fuori campo a dimostrare che per quanto si possa giocare con il mito esso continua ad avere molto da dirci, in esso c'è qualcosa di ineliminabile e sempre attuale come metaforicamente dimostra il ritorno di Ulisse dalla fedele Penelope nel finale del cortometraggio.

mercoledì 20 aprile 2011

RADIO DAYS-IL CINEMA ATTRAVERSO LE COLONNE SONORE

Giovedì 21 aprile alle 16:00 e in replica domenica alle 20:00 a Radio Days, su RadioCittà Benevento (95.800 o in streaming http://www.ustream.tv/channel/radio-city-planet) parliamo di Great Expectations-Paradiso Perduto (1998) di Alfonso Cuaron.

giovedì 14 aprile 2011

RADIO DAYS-IL CINEMA ATTRAVERSO LE COLONNE SONORE

Oggi alle 16:00 e in replica domenica alle 20:00 puntata speciale su Hitchcock. Parleremo di alcuni dei suoi capolavori: ascolteremo le musiche più famose e racconteremo curiosità e tecniche di ripresa. Su RadioCittà Benevento, Mhz 95.800 e in streaming all’indirizzo: http://www.ustream.tv/channel/radio-city-planet

mercoledì 6 aprile 2011

Immota manet...

"Ad aprile 2009, Gianfranco Pannone, con gli allievi dell'Accademia del Cinema de L'Aquila, stava preparando un documentario dedicato a Ignazio Silone. Il sisma di aprile ha fermato tutto, anche la scuola che ha subito ingenti danni. Così è nato "Immota Manet", documentario breve dove convivono le immagini del terremoto e i brani tratti da "Uscita di sicurezza" di Silone. Lo scrittore abruzzese racconta del terremoto del 1915 in cui perse la madre ed altri cari e lascia, infine, un monito rivolto a tutti coloro che approfittarono di quella catastrofe per rimediare affari con i fondi economici destinati alla ricostruzione. Un monito che ci riporta ai timori dei nostri giorni"


lunedì 4 aprile 2011

RADIO DAYS-IL CINEMA ATTRAVERSO LE COLONNE SONORE

Ogni giovedì alle 16:00 e la domenica in replica alle 20:00 Radio Days, il programma che vi racconta il cinema attraverso le colonne sonore, su Radio Città Benevento, sulla frequenza 95.800 o in streaming all’indirizzo http://www.ustream.tv/channel/radio-city-planet
Questa settimana Vanilla sky (2001) di Cameron Crowe, la cui colonna sonora vale la pena di ascoltare (Radiohead, Chemical Brothers, Sined O’Connor, Bjork, Sigur Ros, R.E.M. e tanti altri).

il mulino del cinema. Ma che storia...

L’ultimo incontro de Il mulino del cinema (per ora...) ha visto la partecipazione di Franco Arminio, uno scrittore tra i più interessanti del panorama italiano attuale. Di seguito i link dei blog che gestisce e il servizio di Ntr24 sulla serata del 1 aprile.


http://comunitaprovvisoria.wordpress.com/chi-e-franco-arminio/

http://paesologia.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/

lunedì 28 marzo 2011

Gianfranco Pannone-L’america a Roma

Venerdì 1 aprile per il III appuntamento del Mulino del cinema, sarà presente Gianfranco Pannone con il suo documentario sulla storia d’Italia negli ultimi 150 anni, Ma che storia.... Un’occasione per ricordare e rivedere anche il lavoro precedente di Pannone.



domenica 27 marzo 2011

Il mulino del cinema. Ma che storia...

III appuntamento con Il Mulino del Cinema, venerdì 1 aprile alle 18.30 al Mulino Pacifico.
Lo sguardo sulla storia d’Italia attraverso il cinema che ha caratterizzato i primi due incontri si conclude con il documentario “Ma che storia” di Gianfranco Pannone. Prodotto da Cinecittà Luce, il documentario si avvale di una straordinaria e preziosa iconografia sull’Italia (quella del popolo, del lavoro, ma anche della sua immensa tradizione culturale), musicata dalla colonna sonora di Ambrogio Sparagna, che offre una lettura critica ma al tempo stesso rispettosa e partecipe del primo secolo e mezzo di storia unitaria. Sarà presente l’autore introdotto dalla storica Elisabetta Landi. Parteciperà alla serata lo scrittore, poeta e regista Franco Arminio, che attraverso la sua Irpinia ha saputo raccontare con poetico realismo un’Italia che da paesaggio reale si fa paesaggio interiore.



martedì 15 marzo 2011

Il mulino del cinema. Il Risorgimento dalla storia allo schermo


Secondo appuntamento per Il mulino del cinema, che si svolgerà sabato 19 marzo all’interno della consueta Festa di Primavera organizzata ogni anno dalla Solot Compagnia Stabile di Teatro di Benevento. E se la festa di primavera in occasione delle celebrazioni per l’Unità d’Italia si tinge quest’anno di verde, bianco e rosso anche la serata dedicata al cinema racconterà le luci ed ombre del nostro Risorgimento. Si inizia con I briganti italiani, un film di Mario Camerini del 1961 (girato tra l’altro a Cerreto Sannita) con approfondimenti di Paolo Speranza e Marialaura Simeone che condurranno la serata. Si prosegue con le relazioni di

Alberico Bojano "Per una lettura cinematografica del brigantaggio postunitario"
e
Rossella Del Prete "Tra aspirazioni,disciplinamento e ribellione, Italiani e Italiane alla ricerca di un'identità nazionale"

Inoltre una carrellata dei film che hanno rappresentato il processo di unificazione nazionale (In nome del popolo italiano: i “risorgimenti” del cinema dal 1905 ad oggi di Marialaura Simeone) e in chiusura un breve montaggio dei film italiani che maggiormente hanno raccontato la formazione della nostra identità e del nostro carattere italiani.

Ad arricchire la serata una mostra di preziosissimi e rari manifesti a cura di Paolo Speranza, direttore di Quaderni di Cinema Sud.

A partire dalle 18:30 Mulino Pacifico, Via Appio Claudio, Benevento
Per info www.solot.it

domenica 13 marzo 2011

Il mulino del cinema. Ugo Gregoretti

Il servizio di Ntr24 sul primo appuntamento de Il mulino del Cinema con Ugo Gregoretti

venerdì 4 marzo 2011

Il mulino del cinema.

Il 12 marzo alle 18:30 al Mulino Pacifico, in via Appio Claudio (Benevento) incontro con Ugo Gregoretti






Il mulino del cinema.

La Solot Compagnia stabile di teatro, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura di Benevento e in collaborazione con il periodico di cultura cinematografica Quaderni di Cinema Sud presenta “Il Mulino del cinema”, tre incontri a cura di Paolo Speranza e Marialaura Simeone che racconteranno ognuno a suo modo un pezzo di storia italiana in concomitanza con l'anniversario dei 150 anni dell'Unità. Il 12 marzo sarà ripercorsa la poliedrica attività di Ugo Gregoretti, intellettuale particolarmente caro al pubblico beneventano, dagli anni '60 alle ultime “fatiche” registiche. Il boom economico, il consumismo, il lavoro in fabbrica saranno i temi portanti che verranno affrontati attraverso la visione di “Omicron” (1963), splendida satira fantascientifica e il racconto dello stesso Gregoretti sui documentari “Apollon, una fabbrica occupata” (1969) e “I nuovi angeli” (1962).
Una splendida occasione per ripercorrere quegli anni con chi li ha vissuti ma soprattutto li ha raccontati con tocco originale.
Il 19 marzo, all'interno dell'ormai consueta e tanto attesa festa di primavera organizzata ogni anno dalla Solot, si terrà l'evento dedicato alla nostra unità nazionale ma il punto di vista sarà tutto particolare. Un excursus nella rappresentazione del processo di unificazione - dai film celebrativi alle strumentalizzazioni politiche - dal primo film italiano del 1905 “La presa di Roma” al cinema dei giorni nostri. Uno sguardo particolare sarà rivolto al nostro sud con un film che fu girato proprio nel beneventano, a Cerreto Sannita: “I briganti italiani” (1961) di Mario Camerini.
Arricchiranno la giornata gli interventi di Alberico Bojano e Rossella Del Prete ed una preziosa e rara mostra di manifesti realizzata dal periodico "Quaderni di Cinemasud".
Anche l'ultimo incontro avrà uno sguardo privilegiato sulla storia con Gianfranco Pannone e il suo documentario “Ma che storia”.
Prodotto da Cinecittà Luce, il documentario si avvale di una straordinaria e preziosa iconografia sull'Italia profonda (quella del popolo, del lavoro, ma anche della sua immensa tradizione culturale), musicata dalla colonna sonora di Ambrogio Sparagna, offrendo una lettura critica ma al tempo stesso rispettosa e partecipe del primo secolo e mezzo di storia unitaria. Interverranno il regista Pannone, lo scrittore Franco Arminio ed Elisabetta Landi.

Appuntamenti:
12 marzo Omicron. Alla presenza di Ugo Gregoretti, proiezione del film Omicron.

19 marzo I briganti italiani. La storia dell'Unità d'Italia attraverso il cinema. Interverranno Rossella Del Prete e Alberico Bojano.

1 aprile Ma che storia. Con il regista Gianfranco Pannone, interverranno Franco Arminio ed Elisabetta Landi.

Gli incontri sono previsti per le ore 18:30. L'ingresso è libero per gli incontri del 12 marzo e del 1 aprile. L'incontro del 19 marzo è compreso nell'ingresso della Festa di primavera.
Per informazioni 0824 47037 – www.solot.it.

lunedì 28 febbraio 2011

RADIO DAYS-IL CINEMA ATTRAVERSO LE COLONNE SONORE

Oggi alle 16:00 su Radio Città Benevento 95.800 e in streaming all’indirizzo http://www.ustream.tv/channel/radio-city-planet musica e parole da La ragazza sul ponte di Patrice Leconte.

giovedì 24 febbraio 2011

RADIO DAYS-IL CINEMA ATTRAVERSO LE COLONNE SONORE

Ogni giovedì alle 16:00 e la domenica in replica alle 20:00 Radio Days su Radio Città Benevento, 95.800 o in streaming all’indirizzo http://www.ustream.tv/channel/radio-city-planet
Questa settimana musiche e curiosità dal capolavoro di Pedro Almodovar Parla con lei

mercoledì 16 febbraio 2011

RADIO DAYS-IL CINEMA ATTRAVERSO LE COLONNE SONORE

Ogni giovedì alle 16:00 e in replica la domenica alle 20:00 su Radio Città Benevento, 95.800 (e in streaming all’indirizzo http://www.ustream.tv/channel/radio-city-planet) vi raccontiamo un film attraverso la sua colonna sonora. Questa settimana siamo in onda con Il laureato di Mike Nichols.

domenica 13 febbraio 2011

RADIO DAYS-IL CINEMA ATTRAVERSO LE COLONNE SONORE

Oggi in replica la puntata di Radio Days sull’omonimo film di W. Allen che ha dato il titolo al programma in onda su Radio Città Benevento, 95.800 e in streaming sul web.


RADIO DAYS-IL CINEMA ATTRAVERSO LE COLONNE SONORE

In onda su Radio Città - Benevento su 95.800 Mhz e in streaming su http://www.ustream.tv/channel/radio-city-planet è partito il programma Radio Days: il cinema attraverso le colonne sonore. Ascoltateci il giovedì alle 16:00 e in replica la domenica alle 20:00


martedì 8 febbraio 2011

Chaplin nel ‘47

Immediatamente boicottato nell’America maccartista, racconta la storia di un uomo che dopo essere stato licenziato per mantenere la moglie malata e il figlio seduce donne ricche e sole per poi ucciderle e derubarle dei beni. Al processo si difende sostenendo di non aver fatto nulla di diverso da quello che normalmente fanno gli Stati per mantenere il proprio potere: muovono guerra ad altri Stati per impossessarsi delle ricchezze altrui uccidendo migliaia di innocenti.

lunedì 7 febbraio 2011

Una sola inquadratura

Alfred Hitchcock: «La commedia (Rope di Patrick Hamilton da cui è tratto Nodo alla gola) aveva la stessa durata dell’azione, aveva un andamento continuo, dal momento in cui si alzava il sipario fino a quando era calato e mi sono chiesto: come posso filmare questa storia mantenendo lo stesso andamento della commedia? La risposta era evidentemente che la tecnica del film avrebbe dovuto produrre la stessa continuità e che non si sarebbe dovuta fare nessuna interruzione all’interno di una storia che inizia alle 19:30 e termina alle 21:15. Allora mi è venuta quest’idea un po’ folle di girare un film costituito da una sola inquadratura. La difficoltà consisteva nell’interruzione forzata alla fine di ciascuna bobina (la pellicola presente in un caricatore della macchina da presa dura solo 10 minuti); l’ho risolta facendo passare un personaggio davanti all’obiettivo per oscurarlo nel momento preciso in cui la pellicola nel caricatore finiva. Così c’era un primissimo piano sulla giacca di un personaggio e all’inizio della bobina successiva si riprendeva ancora col primissimo piano sulla sua giacca» (da un’intervista rilasciata a Francois Truffaut)

venerdì 7 gennaio 2011

Il fu (una, due, tante volte) Mattia Pascal

Che viaggio può fare un testo letterario? Mi sono imbattuta per caso in un numero del noto fumetto di Tiziano Sclavi (Dylan Dog n° 67) per scoprire che la storia “L’uomo che visse due volte” è tratta dal noto romanzo pirandelliano “Il fu Mattia Pascal”. Il romanzo, infatti, che ha avuto un’eccezionale fortuna, tradotto nella maggior parte delle lingue europee già negli anni ’20-’30, ha subìto trasposizioni teatrali da parte di registi d’eccezione per giungere fino ad un genere letterario considerato popolare, di massa. Anche il cinema l’ha tre volte trasposto (Marcel L’Herbier Le feu Mathias Pascal nel 1925, Pierre Chenal L’homme de nulle parte nel 1936, Mario Monicelli Le due vite di Mattia Pascal nel 1985) a seconda del genere che voleva privilegiare o in base al pubblico fruitore. Chenal arricchisce il realismo francese degli anni ’30 di una potente dimensione politica e umanistica; Monicelli carica il suo protagonista, interpretato da Marcello Mastroianni, delle caratteristiche dell’uomo medio italiano, vitellone ed egoista nell’Italia del boom economico e del radicamento della mafia nella società. Il film di L’Herbier è il più riuscito, sia dal punto di vista tematico tracciando un’apologia della libertà, sia dal punto di vista tecnico. L’Herbier, regista sperimentale, sfrutta in questo film gli elementi onirici e surreali, mettendoli a servizio della futura avanguardia francese.