lunedì 9 gennaio 2012

Il mulino del cinema - II edizione. Primo appuntamento 14 gennaio



Mimmo Calopresti, collaboratore dell'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio, nel 1985 vince il primo premio al Festival "Cinemagiovani" di Torino con il video A proposito di sbavature e, dopo aver realizzato diversi documentari e cortometraggi - fra cui Fratelli minori (1987), Ripresi (1987) e Alla Fiat era così (1990) – all'inizio degli anni Novanta comincia la sua collaborazione con la Rai, per la quale realizza Paolo ha un lavoro (1991) e Paco e Francesca (1992). Ma continua ugualmente la sua collaborazione con l'Archivio del Movimento Operaio firmando 1943 – La scelta e '43-'45 – Pane, Pace, libertà. Del 1995 il suo primo lungometraggio: La seconda volta con Nanni Moretti e Valeria Bruni Tedeschi. La sceneggiatura si aggiudica il Premio Solinas e la pellicola, che racconta dell'incontro fra una vittima delle Brigate Rosse e un'ex componente del movimento terroristico, viene presentato a Cannes, nella Sezione Ufficiale.
 Da subito notato dalla critica per l'uso sapiente della dialettica e per la capacità di analizzare il passato prendendone atto con indulgenza e senza speculazioni, Calopresti nel 1998 approda alle sale italiane con La parola amore esiste, con Valeria Bruni Tedeschi, Marina Confalone, Fabrizio Bentivoglio. La storia dell'incontro amoroso fra una ricca donna nevrotica e il silenzioso professore di violoncello, vince il Nastro d'Argento come Miglior Soggetto Originale. Nel 1999 firma il documentario per la tv Tutto era Fiat, seguito da Preferisco il rumore del mare (2000) e da un frammento di Un altro mondo è possibile, del 2001, anno in cui entra a far parte della giuria del Festival di Cannes. Nel 2006 firma il documentario Volevo solo vivere che affronta il tema della Shoah. Ritorna nel 2007 con L'abbuffata, di cui cura il soggetto e la regia con Gerard Depardieu, per dedicarsi, con eccezionale acume, a tempo pieno al documetario: del 2009 La maglietta rossa, Il muro della Thyssen Krupp, Perfect day (sul terremoto dell'Aquila). In Anch'io ero comunista del 2011 ha raccontato la storia del partito comunista attraverso il cinema militante e la testimonianza diretta di Scola, Lizzani, i Bertolucci, Gregoretti, Monicelli, Bellocchio.
La maglietta rossa (2009) L'Italia degli anni Settanta nel mediometraggio di Mimmo Calopresti. Sullo sfondo la Storia, con il golpe dei generali cileni e l'uccisione di Allende; nel nostro Paese un grande protagonista: Adriano Panatta, un uomo nuovo che trasforma il tennis da sport d'elite a fenomeno di massa. I destini di questi personaggi distanti centinaia di migliaia di chilometri, si incontrano tra le linee e gli angoli del campo da gioco, quando l'Italia andò in una Santiago del Cile grigia e mesta a giocarsi la finale di Coppa Davis. Il paese si spaccò sull'opportunità di andare. Vinse la saggezza: i nostri partirono e tornarono con la coppa togliendosi la soddisfazione di vincere la gara di doppio indossando una provocatoria maglietta rossa.
Mimmo Calopresti recupera un episodio sportivo dalle implicazioni politiche per raccontare un'Italia che non c'è più. Per colpire la fantasia sceglie un personaggio come Panatta e la maglietta sfoggiata nella capitale di una delle dittature più spietate delle storia. Decide di raccontare la crescita di un Paese e di una città attraverso la metafora del tennis. Infatti, “La maglietta rossa” non è un film “politico” ma un atto d'amore verso lo sport e un passato che sfoggia romantiche immagini in bianco e nero.
(fonte mymovies)

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