sabato 8 ottobre 2011

I Taviani andata e ritorno

Giovanna Taviani, figlia di Vittorio, era la bambina che, con la madre e le sorelle, veleggiava verso Malta, per raggiungere il padre in fuga dalle persecuzioni dei Borboni, nel film “Kaos”. La tartana di Figliodoro, un pescatore delle Eolie, sostava per farli riposare a Lipari e permettere ai bambini di scivolare giù dalle bianche discese di pomice. Anni dopo, a capo di una piccola troupe, Giovanna chiede nuovamente a Franco “Figliodoro” di accoglierla sulla stessa barca e di portarla a ripercorrere le soste che la storia del cinema ha fatto alle isole Eolie e le storie, vere, che lì sono accadute, quasi come in un film.
Fughe e Approdi narra perciò della fuga dei cavatori di pomice per difendersi dalla silicosi, ma anche della fuga di Emilio Lussu e Carlo Rosselli dal confino in cui li teneva il regime fascista, dell’approdo degli sposi per conoscere le mogli sposate per procura, di quello dignitoso e disperato di Anna Magnani a Vulcano, per girare con Mieterle, mentre l’uomo della sua vita era nella vicina Stromboli con Ingrid Bergman, dell’approdo e della fuga di Edda Ciano, che durante i giorni del confino visse un tenero amore con un comunista del luogo.
Documentario nel senso puro del termine, fatto di osservazione e di interviste, di paesaggi e di coinvolgimento personale dichiarato ma non insistito, il film si fa vivo e impuro al contatto con gli spezzoni di finzione che lo punteggiano e che sono firmati Rossellini, Antonioni, Taviani, Mieterle, Troisi, Moretti. Non manca, infine, l’omaggio a De Seta e ai film della Panaria, che per primi portarono la macchina da presa sulle isole vulcaniche, e tracciarono –anche a beneficio della Taviani, oggi- il sentiero del documentario in quei luoghi. (Fonte Mymovies.it)



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