martedì 2 novembre 2010

I soliti ignoti: l’immigrazione e il lavoro, i rifiuti, la mafia, il Berlusconismo affrontati dal cinema italiano dei problemi reali.

"Bello e invisible il nuovo cinema della realtà”. Questo il titolo di un articolo di Paolo Speranza, direttore coraggioso di Quaderni di Cinema Sud.
Una panoramica sul cinema italiano pressoché sconosciuto ma che dignitosamente affronta ancora i problemi reali di questo Paese, un cinema che riesce ancora a sottrarsi all’omologazione culturale generalizzata, trattando argomenti “scomodi” quali la condizione operaia e la precarietà del lavoro, le mafie e l’immigrazione, lo smantellamento dello Stato e i disastri ambientali. Eppure, inutile a dirlo, i media (salvo poche eccezioni: L’Unità, Il Salvagente, Il fatto quotidiano, Il manifesto, Liberazione, Terra, Left, La Voce delle Voci) li ignorano totalmente! “Apnea" di Roberto Dordit dove il protagonista Paolo, giornalista sportivo cerca di scoprire cosa si nasconde dietro la morte per cancro dell’amico Franz e va ad indagare così nel “misterioso” mondo delle industrie conciarie. “Il colore delle parole” di Marco Simon Puccioni che racconta la storia di quattro amici africani (uno scrittore, un sindacalista, un mediatore culturale, un musicista) che vivono da trent’anni in Italia, tutt’ora senza cittadinanza, battendosi per i diritti degli immigrati. Un immigrato somalo è l’aiuto fondamentale ai precari e smarriti personaggi interpretati da Valerio Mastandrea e Anita Caprioli nel film "Good morning Aman". Nell’era della tv berlusconizzata, dell’opposizione fantasma e del sindacato dimezzato torna il cinema-verità per dar voce ai lavoratori e documentare gli aspetti più sconosciuti e nascosti da gran parte della stampa subalterna al governo e alla cultura confindustriale. “Tutti giù per aria” ci racconta tutte le verità nascoste dei lavoratori ex Alitalia. Simone Amendola ci racconta nel suo “Quando combattono gli elefanti” la vicenda di Dante De Angelis, il ferroviere licenziato dalle FS nel 2008 per aver denunciato sui media i gravi problemi di sicurezza sugli Eurostar. E la mafia? Ce ne parlano Laura Aprati, autrice televisiva e Enrico Fierro, giornalista di Il fatto quotidiano in “Malitalia. Storie di mafiosi, eroi e cacciatori”. Fierro già coautore con l’argentino Ruben H. Oliva ("C’era una volta Silvio” e" ‘O sistema") di “La Santa. Viaggio nella ‘ndrangheta sconosciuta”. E cosa dire di “Galantuomini” di Winspeare e di “La siciliana ribelle” di Marco Amenta. Un degrado umano ed ambientale che ha dato vita ai munnezza-movie: Biutiful Cauntri di Andrea D’Ambrosio per dirne uno e Una montagna di balle, che si occupa dell’emergenza rifiuti cominciando a filmare dal 2003. Sono molto spesso i più giovani a dimostrare il coraggio di parlare come Lucio Cremonese che sa coniugare perfettamente etica ed estetica nel corto “Il segreto del tressette” sul tema dei rifiuti tossici. E ricordiamo a tal proposito la serata organizzata nel marzo scorso dal CSA Depistaggio con la proiezione dei corti dei “nostri” Umberto Rinaldi con “Greetings from Sant’Arcangelo”, selezionato per il Milano Film Festival 2009 e Alessia Capozzi con “Il paese occupato”. E tutta una serie di film sui diritti umani negati che va da "World Napoli” di Bentivenga e “Nisida. Crescere in prigione” di Lara Rastelli. E segnaliamo tutta una serie di invisibili (a parte "Il caimano” e di “Citizien Berlusconi” diventato visibile in Italia, per altro solo su Current tv dopo 6 anni dalla sua realizzazione) B.movie dedicati al premier: il già citato "C’era Silvio" dell’argentino Oliva, "Bye Bye Berlusconi" del tedesco Stahlberg, "Ho ammazzato Berlusconi” (investito per sbaglio da un suo elettore!) degli italiani Gianluca Rossi e Daniele Giometto. Siamo in attesa intanto di “è successo in Italia” di Nanni Moretti. Ma un altro regista aveva espresso il desiderio di fare un film sulle manie del premier dal titolo “Grazie Papi” e le ultime vicende non faranno che fornirgli nuovo materiale! Il nome del regista, come avrete forse intuito, è Tinto Brass!

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